Più passo il tempo a Rio, più mi sembra difficile scriverci su, cioè.. cerco di scriverci su ogni tanto, ma non mi riesce mai.
Immagino sia una cosa normale con il passare del tempo, una specie di regola generale valida per tutti i posti.. l’entusiasmo iniziale sta passando come una sbornia di vino. Dormo di merda e mi sveglio peggio, vado in cucina e mando affanculo con lo sguardo la tipa logorroica prima di fare colazione, così, per troncare qualsiasi possibile conversazione, altrimenti non esco più.
Rio è una collezione di quartieri tutti diversi tra loro. In generale direi che è una sfumatura che va dal mare alla merda.
C’è la zona ricca e turistica di Copacabana (più o meno), Ipanema e Leblon; di giorno palestrati e ragazzine con l’ipod che passano vicino ai poveracci che chiedono l’elemosina, la notte prostitute in posa sui tettucci delle macchine. Poi vai verso il centro, Lapa, Santa Teresa, dove già puoi vedere la sfumatura tra quartieri e favelas. Arrivi alla zona nord e ti domandi perché quel posto esista: strade in bianco e nero, il giallo sporco dei tavolini della birra Skol davanti a qualche bettola, officine per rottami e case di un piano solo, piene di niente.
È incredibile poi quanta gente dorma per strada a Rio, dappertutto, anche a Ipanema. Buttata sul marciapiede come se fosse un letto a due piazze, a braccia aperte, circondati da piccioni e scarafaggi. Quando la sera piove e fa più freddo, si rannicchiano e infilano le gambe sotto la maglietta,.. rimangono così, come dei sacchi, a guardare la strada e a domandarsi perché il tempo per loro si sia fermato.
P.S. Ieri tornavo a casa con il solito 304 e c’era un poveraccio per terra che dormiva accanto ad un supermercato, sul fianco dando le spalle alla strada, con i pantaloncini strappati proprio tra le gambe e senza mutande e i coglioni che si vedevano addirittura dall’autobus.
(oggi sono di buon umore)
.
PAROLA DEL GIORNO: sm Aluguel (affitto)