IMG_1230

Quando sono stato a Londra, ad aspettare miracoli qualche mese fa, stavo sempre infilato negli starbucks, un po’ per internet (aspettavo mail di risposta di lavoro che non sarebbero mai arrivate) un po’ perché in grandi città come Londra non ci sono le panchine: se esci devi avere un posto dove andare, punto, e allora il divanetto dello starbucks diventava l’unico posto dove potevo scollegare il cervello senza essere rotto.
Adesso a San Francisco sono ancora nello starbucks (non ne ho fatta molta di strada), lo scrivo così, giusto per avere un’incipt dove aggrappare un pensiero, qualcosa, ma niente. Oggi ero in giro, appoggiato coi gomiti ad un cornicione che da sulla baia (è il massimo che si può avere) e cercavo di formulare un pensiero, di descrivere la città, niente, il nulla… e forse è proprio la migliore descrizione possibile, forse è proprio quello che comunica il posto; non riesco nemmeno a dire bello o brutto, a volte è una cosa a volte l’altra, ma anche alla bellezza di questo luogo sembra mancare qualcosa.. probabilmente non riesco ancora a sentire l’american dream, ma per il momento i personaggi di questa cultura sembrano feticci di religioni andate a male, fasulli e ridicoli, ottusi ed arroganti. Davanti il ripley’s believe it or not mi veniva da vomitare (e questa merda fa il giro del mondo): un fantoccio di donna giraffa di una band meccanica tiene il ritmo battendo gli anelli del collo a mo’ di xilofono, di fianco il tipo con l’ukulele ha gli occhi che girano a destra e sinistra mentre sorride da scemo e di fronte la gente, ferma li davanti, pensa se gli va di entrare o no; un barbone, appoggiato ad un cestino dell’immondizia, spaventa chi si avvicina sbucando da un finto cespuglio e poi chiede una moneta, mentre i passanti dall’altro lato della strada ridono e scattano fotografie; persino i mimi ambulanti sembrano più finti e tristi del solito. Stroszek a go go.
Forse Forse Forse, ci sono troppi forse in questo discorso dove alla fine non ho detto un cavolo, ma mi sembrava utile scriverlo per poterlo rileggere quando avrò qualcosa (altro) da dire.

Leave a Reply