Bonito / 2500km

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Oggi già devo lasciare Bonito, se potessi passerei qui un mese a godere di tutta questa natura, ma a parte il posto dove dormo i prezzi sono pazzeschi, e in due giorni ho speso troppo rispetto al normale (ma ne è valsa la pena). Dalla pousada noleggio una bicicletta per raggiungere il Balneário Municipal, circa 7 chilometri fuori dal centro abitato. Bonito è abbastanza piccola da potersela lasciare alle spalle con una bicicletta e sono subito in campagna. L’aria è calda e ho un leggero vento alle spalle. Perfetto. Arrivo al balneário, che è un rigonfiamento (artificiale?) del trasparentissimo fiume che passa vicino il paese. Se penso che nella mia città (San Severo) l’equivalente è Marina di Lesina mi viene da piangere!

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Gli abitanti di Bonito vengono qui il fine settimana a prendere il sole, e a fare il bagno circondati da enormi pesci che a malapena si spostano quando ti tuffi. Spettacolare! L’acqua è trasparente, il riflesso azzurro del cielo si mescola a quello verde della foresta sulla riva opposta. Nel rigonfiamento del fiume i pesci si riposano dalla corrente, mi avvicino e si spostano solo per poi tornare dov’erano prima, se volessi li potrei toccare!
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Faccio un po’ l’equilibrista sul masso messo a mo’ di diga al centro della zona balneabile e mi accorgo di alcune scimmiette che stanno giocando tra i rami vicino l’acqua. A parte il bagnino che (ovviamente) dorme e alcune persone lontano a bere e spizzicare ai tavoli vicino il bar, ci sono solo io a godermele, e mi viene la tristezza a pensare che ho solo un’ora a disposizione prima di dover tornare indietro.

Anzi, già devo tornare… e di corsa!! Il venticello dell’andata si è alzato e ora ce l’ho contro! Corro come un dannato sotto il sole allo zenit che butta almeno 30°c (umidi, ovviamente). Mi fermo solo alla rodoviaria per prendere il biglietto per Campo Grande. Ho il cuore impazzito e mi si appanna la vista.. mi sdraio a terra perché sento che sto per svenire.
Due minuti e devo rimettermi a pedalare. Arrivo alla pousada, bagagli, e sono di nuovo in rodoviaria, (in moto-taxi stavolta!). Salgo sul bus che parte un minuto dopo.

6 ore fino a Campo Grande.

cane randagio street dog

Arrivo alle 20:00 e ho mezz’ora per prelevare, comprare il biglietto per Belo Horizonte ..e cenare! Al ristorante al chilo bevo mezzo litro di Coca e ingurgito 1-2 chili di tutto: carne di maiale e di pollo, riso, pasta, fagioli, patate e insalata. Poi torno di corsa al bus con lo zaino da 10kg (mi meraviglio di non vomitare per strada). Entro e parto un attimo dopo.

Altre 23 ore di bus.

Dopo qualche ora mi si siede accanto una signora, sui 50. Guardo fuori dal finestrino i campi di canna da zucchero e lei mi fa:

«canna da zucchero…»
Ci siamo, penso.
«cosa?»
«sono piantagioni di canna da zucchero»
«ahh»
«ce ne sono così tante che un chilo di zucchero costa 99cent.. nemmeno 1 rial!»
«interessante…»
«dove va?»
«Belo Horizonte, ma solo per..»
«IO vado a xxxx (non ricordo), c’è il rodeo lì. Sa cos’è un rodeo?»
«(sing) Si.»
«IO vado da mia figlia, sta a xxxx. ..lei va in Cile col marito e vado a badare al figlio.. il figlio é un tesoro mi chiama sempre.. “vovó, vovó” (nonna, nonna), sempre mi cerca.. la mamma si arrabbia che deve sempre mettere i soldi nel cellulare del figlio… ma lui mi vuole bene.. stare con lui é un piacere, la città è tranquilla, non come belo horizonte, mai una rapina.. ..la città ha una fabbrica in mezzo… la città non esisteva 40 anni fa… poi hanno messo la fabbrica e PUF, ecco la città… 250.000 abitanti… e bla blablablablaaaa»

Da ogni frase inutile prende spunto per farne uscire un’altra ancora più inutile. Potrebbe andare avanti all’infinito. Ci sono solo due soluzioni …ma darle una testata mi sembra eccessivo, allora opto per la seconda: fingo un problema intestinale toccandomi la pancia, mi scuso e vado in bagno. Mentre piscio mi guardo allo specchio e penso “ma che mi frega che tuo genero ti appioppa il figlio mentre si porta tua figlia in Cile?”

Torno dal bagno e invece di tornare a sedermi dov’ero mi sistemo dietro di lei. Dopo 5 minuti attacca a parlare con la tipa seduta vicino al finestrino dell’altro lato del bus. Se la ciuccia lei adesso.

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Arrivo a Belo Horizonte, mi segno gli orari di tutti i restanti ônibus che dovrò prendere per tornare a Rio de Janeiro e mi accorgo che c’è un bus per Diamantina (la mia destinazione) tra 5 minuti! Corro a prendere il biglietto. Devo essere pazzo.
Lascio lo zaino e scongiuro l’autista di aspettarmi per prendere una qualsiasi cosa commestibile. Mi fa “2 minuti” con le dita (molto di più di quanto mi aspettassi).
Corro a prendere dei salgados e sono già in viaggio per Diamantina.

Affianco al mio posto c’è un ragazzo con la faccia di uno che ha l’AIDS per professione e decido di non dormire (passerà tutto il viaggio grattandosi i capelli a due mani sotto al cappellino). Sono a pezzi, mi guardo le foto scattate al Balneário e fatico a credere di essere stato davvero li solo fino al giorno prima.
All’una di notte arrivo a Diamantina e mi infilo nel primo ostello che trovo (proprio di fronte alla rodoviaria). Prima di svenire sul letto penso che delle ultime 48 ore (nemmeno) ne ho passate 35 negli autobus. 2500km circa che sono stanco come se li avessi fatti a piedi, ma il tempo stringe e dopo Diamantina torno a Rio per la despedida e poi ..addio America do sul. Anche prima di partire per Rio, febbraio scorso, corsi come una pallina impazzita tra San Severo, Roma, Milano e Ascoli. Che ironia.

Poi diventa tutto buio. Devo essermi addormentato credo.

PAROLA DEL GIORNO: Arara (il grande pappagallo multicolore tipico del sud America. La guida all’escursione del buraco das araras ci ha detto “a volte qui dicono alle donne che sono come Araras perché quando torni a casa tardi dopo aver bevuto con gli amici tua moglie, gridando, fa esattamente lo stesso verso” …nel gruppo, l’avvocatessa americana, lesbica e attivista per i diritti delle donne che che lo ha sentito non ha apprezzato molto)

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