…era d’estate, avevamo fatto il bagno di notte, il temporale ci aveva sfiorato e si allontanava impazzito. Stavamo sulla riva a goderci i fulmini da lontano, che si conficcavano nel mare nero all’orizzonte, e le nuvole erano una montagna possente, elettrica e grigia nel riverbero della luna, ricordi? di bianco c’era solo quella e il culone di Gianna, che il bagno si doveva fare nudi. Le docce erano calde anche a mezzanotte, una goduria, ma tempo poche ore eri già svenuto, sbronzo, mentre pisciavi, e ti trascinarono al campo in due, a spalla, mentre i tuoi piedi tracciavano il solco in mezzo, la faccia più bianca di qualsiasi culo. C’era vino rosso dappertutto e quando finalmente cominciò a piovere, entro l’acqua e allagò mezza roulotte, letto compreso. Ricordi, maledizione, ricordi?? c’era pure quel tipo simpatico, che si scioglieva le candele nell’orecchio. No, non ricordi niente, eri ubriaco come una merda.
Category: nessun posto
pernacchie
come puoi goderti il tramonto how can you enjoy sunset
sapendo della notte? knowing about the night?
La notte arriva comunque. Night comes anyway.
il peso dell’idea the weight of the idea
dell’idea! of the idea!
delle cose a venire of things to come
anche l’acciaio diventa polvere, also steel turns into dust,
ma non lo puoi sapere. but how would you know?
L’ansia è arroganza. Anxiety is arrogance.
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[…] you will be the concentration
of all places to visit.– Cristina Donà (Appena sotto le nuvole)
tenho dó das estrelas
Adesso (adesso) va bene pensare che il senso nelle cose, in tutte le cose, sia nel loro semplice esistere.
Che il temporaneo, superfluo e incompiuto, valga più dell’immensità, vuota per equilibrio.
Schnee
Then he whispered, clutching my sleeve, sweating, «Now you just dig them in front. They have worries, they’re counting the miles, they’re thinking about where to sleep tonight, how much money for gas, the weather, how they’ll get there-and all the time they’ll get there anyway, you see. But they need to worry and betray time with urgencies false and otherwise, purely anxious and whiny, their souls really won’t be at peace unless they can latch on to an established and proven worry and having once found it they assume facial expressions to fit and go with it, which is, you see, unhappiness, and all the time it all flies by them and they know it and that too worries them no end. Listen! Listen!»
On the Road (1957), Jack Kerouac
PROVERBIO DEL GIORNO (DE): der fisch stinkt vom kopf her (The problems start at the top – Fish starts stinking from the head – )
fuoco
Quando camminare da vertigine e il respiro diventa petrolio, quando saltano gli schemi e aumenta la confusione, le mille paure che ci ostinano alla mediocrità si fanno sbornia e Zac! entra una verità, come una scarica elettrica da corto circuito dritta al cuore. Il petto, quello di un bambino, dolcemente indifeso.
Un dettaglio, diverso, impercettibile, che però cambia tutto.
Una pietra si sposta di un nulla un chilometro sotto terra. In superficie, il terremoto. Riassetto, per trovare un nuovo ordine del cazzo.
viaggiare
There was also the change in habits, once again I was having to get used to new faces in new surroundings and to learn new ways of talking and lying. Laziness is almost as compelling as life. The new farce you’re having to play crushes you with its banality, and all in all it takes more cowardice than courage to start all over again. That’s what exile, a foreign country is, inexorable perception of existence as it really is, during those long lucid hours, exceptional in the flux of human time, when the ways of the old country abandon you, but the new ways haven’t sufficiently stupefied you as yet.
At such moments everything adds to your loathsome distress, forcing you in your weakened state to see things, people, and the future as they are, that is, as skeletons, as nothings, which you will nevertheless have to love, cherish, and defend as if they existed.
A different country, different people carrying on rather strangely, the loss of a few little vanities, of a certain pride that has lost its justification, the lie it’s based on, its familiar echo-no more is needed, your head swims, doubt takes hold of you, the infinite opens up just for you, a ridiculously small infinite, and you fall into it…
Travel is the search for this nothing, this bit of intoxication for numbskulls.
– Louis-Ferdinand Céline (Journey to the End of the Night, 1932)
pizza mandolino
La gran parte dei miei colleghi bavaresi non perde mai l’occasione di scherzare sull’Italia e gli Italiani che non lavorano o che, se devono, fanno le cose a cazzo di cane; Che gli italiani “parlare parlare” e che la Germania (ergo baviera) gli paga la crisi che hanno creato proprio loro.
È vero? Vediamo… molti bavaresi approfittano della bella stagione per andare in Italia, adorano mangiare la pizza, bevono cappuccini in quantità industriali (di solito dopo aver mangiato la pizza Diavolo) e sanno tutti qualche parola di italiano, così possono leggere i menù.
Che c’entra? c’entra per dire che l’accanimento bavarese nel criticare l’Italia spesso è solo una manifestazione d’invidia. Me ne sono convinto dopo un viaggio di lavoro con due colleghi tedeschi ad Urbino e per le colline delle Marche: soffrivano, volevano tornare a casa, dove la distanza li aiutava a illudersi che il loro paese fosse il posto migliore della terra.
Arrivo al punto…
Oggi ero in macchina con un mio collega bavarese. Eravamo andati a comprare il pranzo e ovviamente, zak! battuta sull’Italia e gli italiani. Offese gratuite che quasi sempre assecondo e lascio perdere perché in fondo non me frega niente. Poi però, di riflesso, al mio collega è scappata la frase «qui è perfetto», mentre mi guardava con la faccia convinta e l’espressione intensa di chi lo pensa davvero.
Qui in Baviera ci si arriva già con lo stereotipo del posto perfetto. Certo, vai in piscina e la struttura è attrezzatissima, ma almeno qui è una questione di soldi. Te ne accorgi appena vai dal dottore. Lo studio è grande e pulito, il dottore ti visita e subito realizzi che manca di compassione.
La Montalcini, che “parlare parlare” un sacco, spiegava come «l’imperfezione sia più consona alla natura umana. […] Non bisogna crucciarsi di non essere perfetti. Anzi! Se si è perfetti non c’è più niente da fare ed è la fine.», ma al bavarese medio col bis-nonno nazista che bruciava la metà di quelli che incontrava, questo concetto non scalfirà mai il suo schema di valori.
Senza aprire discorsi metafisici, se un giorno riuscissimo a mettere su il posto perfetto, tempo pochi mesi ci romperemmo tutti le scatole e cominceremmo a cambiare di nuovo le cose. Ma come, non era perfetto?! si vede che la perfezione dell’uomo ha la scadenza, o meglio, che la perfezione è la coincidenza con l’ideale, che cambia in continuazione.
Nel frattempo, ogni volta che sono in giro con qualcosa di insolito, dal vestito al modo di fare, un gesto, un oggetto particolare che porto con me o cose ancora più insignificanti, mi accorgo che varie persone che incrocio mi guardano serie, col giudizio negli occhi (e no, non esagero).
Qui in perfettolandia nessuno fa un passo senza aver aver pianificato ogni cosa e la gente ti investe se passi col rosso, perché se hai torto tu meriti di morire.
Tutto questo uccide il dinamismo. L’ordine, le regole e le facce da cazzo fanno appassire qualsiasi istinto di vita.
Insomma, Se la Baviera è davvero perfetta, com’è che sbadiglio così tanto?
FRASE DEL GIORNO: geh mir nicht auf die Eier (Non mi rompere le… uova)
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Monaco stanotte è come un trip d’acido, dove la realtà si limita a pochi metri da te. La metro non sbuca dal tunnel nero, ma si materializza nella luce della stazione, mi porta a casa, ma è un illusione, perché Casa non è qui.
Damn it.
Sono uscito dal letargo d’inverno ed è un bel rischio, ma non posso decidere tutto io ed è bello essere di nuovo in balia di me e dell’omonimo nella testa, che dopo tanto tempo, maledetto, mi urla di nuovo un sacco di cose …bastardo. Non smettere.
FRASE DEL GIORNO: Ab einem gewissen/bestimmt punkt (ad un certo punto…)
L.
Mi chiama. Farfalle nello stomaco, dita fredde e un gelo alle mani, che si riscalda salendo su per le braccia. Energia.
Respiro, me la goda beato, la gusto, la spreco.
Ehi! Ehi, sciocco! Dico a te, ehi!
Un giorno o l’altro si stuferà di chiamarmi.
PAROLA DEL GIORNO: [der] traum (sogno)