Dopo due anni di buste paga, copertura sanitaria, cene, mobili per la casa, sai quest’anno a natale pensavo di andare in Cambogia e cose così, lo ammetto, ho finito un po’ per abituarmi alla vita da impiegato.
Col patatrac ho improvvisamente un sacco di tempo libero, retribuito dalla previdenza crucca, il che mi va benissimo, tranne che oggi, per colpa loro mi sono alzato alle 7 del mattino, proprio come quando lavoravo, per riprendere la metro nel rush mattutino e ho notato per la prima volta una cosa spaventosa. Nessuno parla. NESSUNO. Si sente il rumore di scarpe lucidate e tacchi, in marcia. Chi non cammina seguendo il proprio cellulare, guarda davanti a se come sotto ipnosi, gli occhi sgranati d’assenza e sconfitta. Mi restituiscono l’attenzione in un rapido check e passano oltre.
Entro in un vagone, il cartellone oltre il finestrino dice Stati Uniti tutto incluso a 1.063€. C’è la metropolitana anche lì, con cartelloni che parlano dell’Europa, o dell’Asia e così via fino al punto di partenza.
Riprendo la metro alle 10, popolata stavolta forse da disoccupati come me, studenti e studentesse, turisti e chissà chi altri e si sente parlare, non dico chiacchierare, parlare, emettere suoni. Giuro, ho sentito anche una risata, non esagero.