Categoria: Germania
Schnee
Poi sussurrò, prendendomi per la manica, sudando «Ora guarda per esempio questi qui davanti. Hanno le loro preoccupazioni, contano i chilometri, pensano a dove dormiranno stanotte, a quanto costerà la benzina, al tempo, a come ci arriveranno… e intanto ci stanno andando dove vogliono arrivare e ci arriveranno comunque. Ma hanno bisogno di preoccuparsi e di ingannare il tempo con assilli falsi o altro, puramente ansiosi e lamentosi e non si mettono l’anima in pace se non riescono ad agganciarsi a una preoccupazione stabilita e provata, e quando la trovano la loro faccia assume l’espressione adatta, di infelicità, cioè è chiaro, e intanto tutto passa loro accanto e loro lo sanno questo, ed è un’altra cosa che li preoccupa incessantemente, Ascolta! Ascolta!»
Jack Kerouac (On the Road, 1957)
PROVERBIO DEL GIORNO (DE): der fisch stinkt vom kopf her (il pesce puzza dalla testa)
pizza mandolino
La gran parte dei miei colleghi bavaresi non perde mai l’occasione di scherzare sull’Italia e gli Italiani che non lavorano o che, se devono, fanno le cose a cazzo di cane; Che gli italiani “parlare parlare” e che la Germania (ergo baviera) gli paga la crisi che hanno creato proprio loro.
È vero? Vediamo… molti bavaresi approfittano della bella stagione per andare in Italia, adorano mangiare la pizza, bevono cappuccini in quantità industriali (di solito dopo aver mangiato la pizza Diavolo) e sanno tutti qualche parola di italiano, così possono leggere i menù.
Che c’entra? c’entra per dire che l’accanimento bavarese nel criticare l’Italia spesso è solo una manifestazione d’invidia. Me ne sono convinto dopo un viaggio di lavoro con due colleghi tedeschi ad Urbino e per le colline delle Marche: soffrivano, volevano tornare a casa, dove la distanza li aiutava a illudersi che il loro paese fosse il posto migliore della terra.
Arrivo al punto…
Oggi ero in macchina con un mio collega bavarese. Eravamo andati a comprare il pranzo e ovviamente, zak! battuta sull’Italia e gli italiani. Offese gratuite che quasi sempre assecondo e lascio perdere perché in fondo non me frega niente. Poi però, di riflesso, al mio collega è scappata la frase «qui è perfetto», mentre mi guardava con la faccia convinta e l’espressione intensa di chi lo pensa davvero.
Qui in Baviera ci si arriva già con lo stereotipo del posto perfetto. Certo, vai in piscina e la struttura è attrezzatissima, ma almeno qui è una questione di soldi. Te ne accorgi appena vai dal dottore. Lo studio è grande e pulito, il dottore ti visita e subito realizzi che manca di compassione.
La Montalcini, che “parlare parlare” un sacco, spiegava come «l’imperfezione sia più consona alla natura umana. […] Non bisogna crucciarsi di non essere perfetti. Anzi! Se si è perfetti non c’è più niente da fare ed è la fine.», ma al bavarese medio col bis-nonno nazista che bruciava la metà di quelli che incontrava, questo concetto non scalfirà mai il suo schema di valori.
Senza aprire discorsi metafisici, se un giorno riuscissimo a mettere su il posto perfetto, tempo pochi mesi ci romperemmo tutti le scatole e cominceremmo a cambiare di nuovo le cose. Ma come, non era perfetto?! si vede che la perfezione dell’uomo ha la scadenza, o meglio, che la perfezione è la coincidenza con l’ideale, che cambia in continuazione.
Nel frattempo, ogni volta che sono in giro con qualcosa di insolito, dal vestito al modo di fare, un gesto, un oggetto particolare che porto con me o cose ancora più insignificanti, mi accorgo che varie persone che incrocio mi guardano serie, col giudizio negli occhi (e no, non esagero).
Qui in perfettolandia nessuno fa un passo senza aver aver pianificato ogni cosa e la gente ti investe se passi col rosso, perché se hai torto tu meriti di morire.
Tutto questo uccide il dinamismo. L’ordine, le regole e le facce da cazzo fanno appassire qualsiasi istinto di vita.
Insomma, Se la Baviera è davvero perfetta, com’è che sbadiglio così tanto?
FRASE DEL GIORNO: geh mir nicht auf die Eier (Non mi rompere le… uova)
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Monaco stanotte è come un trip d’acido, dove la realtà si limita a pochi metri da te. La metro non sbuca dal tunnel nero, ma si materializza nella luce della stazione, mi porta a casa, ma è un illusione, perché Casa non è qui.
Damn it.
Sono uscito dal letargo d’inverno ed è un bel rischio, ma non posso decidere tutto io ed è bello essere di nuovo in balia di me e dell’omonimo nella testa, che dopo tanto tempo, maledetto, mi urla di nuovo un sacco di cose …bastardo. Non smettere.
FRASE DEL GIORNO: Ab einem gewissen/bestimmt punkt (ad un certo punto…)
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Messestadt-Ost
medjugorje
Oggi, mentre tornavo in auto al lavoro da una commissione, ho sbagliato uscita e mi sono trovato sull’autostrada per Salisburgo …SALISBURGO?!? oh, mer… insomma mi fermo al primo autogrill e controllo sul cell come tornare indietro. Prendo l’uscita per Herr, poi sbaglio strada e mi ritrovo di NUOVO sull’autostrada per Salisburgo. È stato a quel punto che ho cominciato a tirare giù un po’ di madonne a caso, medjugorje, fatima, loreto…
Poi ho trovato a culo la strada per tornare indietro, oppure, una di quelle luride troie deve aver fatto il miracolo.
PAROLA DEL GIORNO (de): (der) sarkasmus (sarcasmo)
Wiesn
All’ocktoberfest arrivi che è già un casino, pieno di gente ubriaca che balla sulle panche e cade su qualche disgraziato di sotto. Birra rovesciata dappertutto. Ti siedi, stretto stretto, con la schiena attaccata a quello seduto di spalle, e subito realizzi che la musica fa abbastanza schifo. Allora bevi, mangi, bevi …bevi e la musica comincia a migliorare, non ti sembra più tanto male, per scherzare imiti quelli che ballano in piedi sulle panche e quando ti rendi conto di essere cotto cadi addosso a qualcuno.
La descrizione continua e mi dice che il vestito tradizionale dell’oktoberfest per le donne, il dirndl, prevede una fascia in vita e se il nodo è a sinistra significa che sono single…
A destra!
Nooo, a sinistra …ah no, al centro!
Dici? Mi sa che avevi ragione prima, è a sinistra…
Insomma l’unica cosa certa è che questi due stasera non combinano niente.
Arrivati alla metro uno dei due si compra un’altra birra (ha cominciato prima, a lavoro, nascosto da qualche parte) e ora che ce l’ho davanti mi accorgo ce sta già bello cotto. Anche lui se ne accorge e quasi si giustifica dicendo che “è troppo tardi per andarci da sobri” (e ha ragione! Sono scarse le 4 ed è già un viavai di gente che cammina a zigzag), ma resta comunque un paraculo perché lo sanno anche i sassi che in fiera la birra costa un botto.
Intanto arriviamo ed è praticamente un parco giochi. Bisogna essere dei sadici perversi per montare le giostre del luna park ad una sagra della birra.
Ci trovi di tutto: gruppetti sfigati che vanno in giro tutti con la stessa maglietta, “Oktoberfest 2012”, mini gruppi in assetto da acchiappo, gente completamente marcia già prima di mezzogiorno, chi se la tira, chi te la tira dietro…
…
…
…casa è una bella parola. casa. Prima ero riverso, faccia a terra, a sbroccare pollo. Troppi litri di birra ed eccomi fuori, a seguire una folla come di formiche che salgono, scendono, passano cavalcavia, ed io, fiducioso che sto marasma di gente sbuchi da qualche parte che serva per tornare a casa.
PAROLA DEL GIORNO [DE]: (der) Wiesn (solo i turisti lo chiamano oktoberfest)
€$£
L’eleganza, poi oltre la grazia. Dall’altra parte, come polarità, l’etichetta, l’educazione buttata giù a memoria.
Gli ignoranti di lusso che masticano aneddoti e si compiacciono di poter nominare anche (e sopratutto) la merda, con alterigia e un certo piacere di fondo, come un sfogo di fogna.
Odorano di borotalco, di giglio, di lavanda e ciclamino. Sanno cosa dire, ma non comunicano; la gerarchia dei movimenti, ma non l’erotismo del gesto.
Il loro è un vuoto disperato, da far pesare con arroganza con l’illusione di una cultura che è solo buona memoria per l’annata migliore, la storia delle date, il rutto aristocratico e la storiella sconcia.
PAROLA DEL GIORNO: weiß wein (vino bianco)