tutti insieme

Mi piacciono i fiori
non hanno paura di essere belli
li tiene in mano una signora con lo sguardo triste
se solo avesse fatto
quello che la rendeva felice
la cuoca, l’astronauta, la troia o la maestra
avrei guidato un’auto progettata da lei
indossato un suo vestito
o assistito al suo show
e invece niente.
li terrà fuori al davanzale
come su una tomba
finché appassiranno
ed io vedo tutto questo
e il mio ruolo è dirtelo

Col senno del poi
quello che posso dire è
Non mi ero preparato al ritorno
ho dovuto inventare memorie
pur di riuscire a farmi del male, ma
d’altronde, a cosa sarebbe servito altrimenti?

Al cinema danno Il pianeta delle scimmie
sono quarant’anni che lo danno
davanti a me, un signore si volta a guardare il poster
poi quello di un culo della pubblicità delle vacanze
e qualcuno sta suonando il violino
per raccattare monetine di rame

Sembra siano morti tutti e tutti insieme
nessuno ha visto l’altro crepare
allora hanno continuato a morire
chissà, forse sono morto anch’io
come gli altri, come gli altri col dubbio.

una donna mangia un panino
dritta sullo sgabello
e riesce ad essere bella
e due sbarbine a terra sugli zaini
per un viaggio che ricorderanno
per tutta la vita, ma ancora non lo sanno

compro il mensile dei mezzi
perché mi costa fatica badare ai controlli
pago, sono in ordine, sono in riga
e non ci sono più a parlarmi
in un mondo muto e conforme

Quello che conta, oltre a questo
è fottere
forse Nastia, più tardi
e Sara, Silvia, Kara e Christine
con un braccio solo, l’altro è ingessato
perché sono caduto dalla bici
ed è stata la cosa migliore
che mi sia capitata da mesi.

POESIA DEL GIORNO: Dreamlessly, Bukowski

about competition / sulla competizione

the higher you climb   più in alto sali
the greather the pressure.   maggiore è la pressione

those who manage to   quelli che riescono a
endure   tenere duro
learn   imparano
that the distance between the   che la distanza tra
top and the   la cima e
bottom   il fondo
is obscenely   è vergognosamente
great.   grande

and those who   e quelli che
succeed   ce la fanno
know   conoscono
this secret:   questo segreto:
there isn’t   che non che n’è
one.   alcuna.

Bukowski

[ ]

– cosa si è fatto al braccio?
– sono caduto dalla bici
– fratturato?
– oh no, questo lo tengo solo una settimana. micro fratture
– con le micro fratture ci vogliono quattro settimane per la terapia
– si, mi han detto
– per la frattura invece ci vuole un mese
– non è lo stesso?
– eh, si! ha ha ha

e questo, signori miei, era l’umorismo tedesco.

PAROLA DEL GIORNO (de): [der] Unfall (incidente)

[ ]

Ma c’è un vecchio proverbio secondo cui la conoscenza che non viene seguita dall’azione è peggio dell’ignoranza. perché se tiri a indovinare e non ci prendi puoi sempre dire, merda, gli dei mi sono avversi. ma se sai e non fai, vuol dire che in testa hai soffitte e anticamere buie da percorrere avanti e indietro e a cui pensare. non è mica una cosa sana, produce serate noiose, un eccesso d’alcool e seghe.

Hank

[ ]

non è vero che uno pensa troppo. pensa poco! e quel gigantesco poco, c’è da crederci, è completamente sbagliato.

Meteo

Mi hai fatto pensare a te oggi
mentre uscivo di casa

così ho dimenticato l’ombrello
e più tardi piove di brutto

ma vaffanculo va.

[ ]

nel dormiveglia, stamattina, pensavo

e proprio mentre a cose che dovrei dimenticare
ho sentito il mio nome, chiamato da lontano
da destra, col tono di smettere.

era una voce stremata, metallica,
…ancora indefinita
chi diavolo è questo adesso?

Sophie

Sei mesi passarono così, volenti o nolenti, e poi si presentò un posto vacante nel nostro personale e all’improvviso ci fu bisogno d’una infermiera molto esperta per i massaggi. […] Un gran numero di belle ragazze si presentarono per quel posto, e a noi non restò di conseguenza che l’imbarazzo della scelta tra le tante solide creature d’ogni nazionalità che affluirono a Vigny non appena uscì il nostro annuncio. Alla fine dei conti ci decidemmo per una slovacca di nome Sophie con una carne, una salute divina, che ci parvero, bisogna confessarlo, irresistibili.
Lei conosceva questa Sophie solo poche parole di francese, ma che mi preparavo quanto a me, era davvero il meno che potessi fare, a darle lezioni all’istante. D’altronde al suo fresco contatto mi sentivo rinascere una passione per l’insegnamento. E dire che Baryton aveva fatto di tutto per togliermela. Impenitente! Ma che giovinezza anche! Che vivacità! Che muscolatura! Che scusa! Elastica! Nervosa! Stupefacente al massimo! Non era attenuata questa bellezza da alcuno di quei falsi o veri pudori che tanto imbarazzano le conversazioni troppo occidentali. Per conto mio e per dirla tutta, non finivo d’ammirarla. Di muscolo in muscolo, per gruppi anatomici, procedevo… per versanti muscolari, per regioni… quel vigore determinato ma sciolto al tempo stesso, ripartito in fasci fuggenti e consenzienti al tempo stesso, alla palpazione, non potevo stancarmi d’inseguirlo… sotto la pelle vellutata, tesa, distesa, miracolosa…
L’era di queste gioie viventi, delle grandi innegabili armonie fisiologiche, comparative deve ancora arrivare… Il corpo, divinità manipolata dalle mie mani vergognose…

[…] Facevamo come dei progressi in poesia solo con l’ammirare il suo essere tanto bella e tanto più incosciente di noi. Il ritmo della sua vita scaturiva da altre sorgenti che non le nostre… striscianti per sempre le nostre, invidiose. […] Solo per sorprenderla, per farle perdere un po’ di quella superbia, di quella specie di potere e di prestigio che aveva preso su di me, Sophie, di sminuirla, insomma, d’umanizzarla un po’ alla nostra meschina misura, entravo in camera sua mentre dormiva.
Era allora tutt’altro spettacolo Sophie, familiare stavolta e comunque sorprendente, perfino rassicurante. Senza uniforme, quasi niente coperte, di traverso sul letto, cosce al vento, carni madide e dispiegate, duellava col la stanchezza…
S’accaniva sul sonno Sophie nelle profondità del corpo, ronfava. Era il momento in cui la trovavo alla mia portata. Niente più stregonerie. Niente più scherzi. Solo cose serie. Lei faticava come sul rovescio dell’esistenza, per pomparle altra vita… ingorda com’era in quei momenti, ebbra persino a forza di riprendersela.

[…] La mia amicizia diventava, lo notò con pena, sotto la pressione degli avvenimenti e dell’età, subdolamente erotica. Tradimento. Sophie mi aiutava senza volerlo a tradire in quel momento. Era troppo curiosa per non amare i pericoli Sophie. Un ottimo carattere, con niente di protestante, che non cercava di sminuire in qualcosa le occasioni della vita, che non era diffidente per principio. Proprio il mio genere. Lei andava ancora più in là. Lei capiva la necessità dei cambiamenti nelle distrazioni del sesso. Disposizione avventurorsa, dannatamente rara, bisogna ammettere, tra le donne. Davvero, avevamo scelto bene.

Louis-Ferdinand Céline (viaggio al termine della notte, 1932)

Frida

It seems we want to talk tonight, but somehow it doesn’t work…

Ask me something.

mhh… how do you measure people’s depth?

It’s an average of the personalities you show to the people that you care about.

Isn’t the deepest that matter?

We lie to ourself all the time, you know… “I did that because I thought if was the best thing to do at that time and” No! You are an asshole! We make up lies to feel better.