Chinese New Year Parade

ah, che bello poter tornare a mettere un po’ di foto nel blog. Oggi c’era la parata per il nuovo anno lunare cinese (l’anno del Coniglio), da Mission St fino a Chinatown.
Ha piovuto da fare schifo tutto il giorno e i 18°C del mio primo giorno a San Francisco me li sogno la notte. Tra parentesi, mi sono ripreso dal Jetlag, pure troppo… ora riesco pure ad arrivare tardi a lavoro la mattina (sisi, mi sono proprio ripreso).

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craigslist

Sto cercando casa a San Francisco, pare che l’unico posto dove cercare sia craigslist, tra uno scammer, un maniaco e amenità varie quali:

its kinda a weird house, so rents cheap
la casa è strana, per questo è economica

No pets, No parties, No drugs, No smoking, No overnight guests.
No animali, No feste, No droghe, No fumatori, No ospiti a dormire

Good house, can be messy […] but generally ok. I must emphasize the messy part, were honestly trying to get better but don’t give your hopes up.
È una buona casa, può essere disordinata […] ma in generale è ok. Devo sottolineare la questione del disordine, onestamente stiamo cercando di migliorare ma non ci sperare più di tanto.

Great location to share, you and me (gay)
grande appartamento in condivisione, TU ed IO (..e io sono gay)

420-friendly
???

Someone who doesn’t mind a bit of noise every now and then: shower singers
Qualcuno a cui non importa un po’ di rumore ogni tanto: (esempio) chi canta sotto la doccia

Please no couch potatoes
Per favore, No (intraducibile) sacchi di patate che passano la vita sul divano a guardare la tv

(flatshare with) Older guy, 67, with HIV, lots of health issues, but doing OK
(In affitto con) anziano, 67 anni, con l’AIDS, molti problemi di salute, ma se la passa bene.

Giant hairy dog included […] I like to work on projects and be noisey and eat a lot of food.
The dog is relaxed […] his dog friends come over and rumble from time to time. I’m not looking for new best friends, but my dog is, be aware of that.
Peloso cane gigante in casa. Mi piace lavorare, essere rumoroso e mangiare un sacco di cibo.
Il cane è tranquillo, i suoi amici-cani vengono a fare rumore ogni tanto.
Non sto cercando il mio nuovo migliore amico, ma il mio cane si, tienilo presente.

PAROLA DEL GIORNO: tenant (inquilino)

usa

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Quando sono stato a Londra, ad aspettare miracoli qualche mese fa, stavo sempre infilato negli starbucks, un po’ per internet (aspettavo mail di risposta di lavoro che non sarebbero mai arrivate) un po’ perché in grandi città come Londra non ci sono le panchine: se esci devi avere un posto dove andare, punto, e allora il divanetto dello starbucks diventava l’unico posto dove potevo scollegare il cervello senza essere rotto.
Adesso a San Francisco sono ancora nello starbucks (non ne ho fatta molta di strada), lo scrivo così, giusto per avere un’incipt dove aggrappare un pensiero, qualcosa, ma niente. Oggi ero in giro, appoggiato coi gomiti ad un cornicione che da sulla baia (è il massimo che si può avere) e cercavo di formulare un pensiero, di descrivere la città, niente, il nulla… e forse è proprio la migliore descrizione possibile, forse è proprio quello che comunica il posto; non riesco nemmeno a dire bello o brutto, a volte è una cosa a volte l’altra, ma anche alla bellezza di questo luogo sembra mancare qualcosa.. probabilmente non riesco ancora a sentire l’american dream, ma per il momento i personaggi di questa cultura sembrano feticci di religioni andate a male, fasulli e ridicoli, ottusi ed arroganti. Davanti il ripley’s believe it or not mi veniva da vomitare (e questa merda fa il giro del mondo): un fantoccio di donna giraffa di una band meccanica tiene il ritmo battendo gli anelli del collo a mo’ di xilofono, di fianco il tipo con l’ukulele ha gli occhi che girano a destra e sinistra mentre sorride da scemo e di fronte la gente, ferma li davanti, pensa se gli va di entrare o no; un barbone, appoggiato ad un cestino dell’immondizia, spaventa chi si avvicina sbucando da un finto cespuglio e poi chiede una moneta, mentre i passanti dall’altro lato della strada ridono e scattano fotografie; persino i mimi ambulanti sembrano più finti e tristi del solito. Stroszek a go go.
Forse Forse Forse, ci sono troppi forse in questo discorso dove alla fine non ho detto un cavolo, ma mi sembrava utile scriverlo per poterlo rileggere quando avrò qualcosa (altro) da dire.

Il vegetarianismo e il made in china

Non mi interessa molto il vegetarianismo come pratica privata, anche se è facile farsi trasportare da discussioni tipo che senso ha essere vegetariani o carnivori (cioè onnivori). Ognuno fa e mangia quello che gli pare.
Il discorso attorno al vegetarianismo diventa per me interessante quando si tocca un altro punto: quello della coerenza (o meglio, dell’ipocrisia). Tutti siamo liberi di fare la spesa come meglio crediamo, certo, ma dal punto di vista dei princípi, anche i vegetariani più celebri (da Gandhi a Terzani) parlavano della loro scelta in termini etici e non salutisti.
Gandhi in particolare diceva « Mi convinsi ad abbracciare definitivamente il vegetarismo quando mi persuasi che la supremazia degli uomini sugli animali inferiori non implicava che i primi dovessero sfruttare i secondi, ma che i più progrediti dovessero proteggere gli altri. » mentre Daniele Luttazzi, tanto per sparare una cazzata in un discorso suppositivamente serio, diceva che le carote sono vive quanto i mammiferi, ma, infilate a terra, sono semplicemente più facili da acchiappare.

Vediamo di capire bene. Intanto Gandhi prende gli uomini, tutti gli uomini, e li riunisce sotto il nome di “uomo” che poi si mangia gli animali, ma impostato così il discorso non regge, meglio generalizzare il suo concetto in « l’individuo non deve sfruttare l’essere più debole (o il meno progredito) » che già ha più senso (ognuno è responsabile per le proprie scelte ecc.).
Vista così l’idea di Gandhi è una filosofia più ampia che si può “anche” applicare al vegetarianismo.

Ora…

mi domando: è più osceno ed intollerabile il sopruso sugli animali o quello sugli uomini? posso pormi il problema della sofferenza delle aragoste e ignorare lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo più debole, meno progredito? Il cannibalismo tra gli uomini? Se al supermercato trovo cose come l’aglio importato dalla Cina che costa meno di quello prodotto in Italia, e poi l’aglio lo uso per farmi il sugo con la carne di soia perché la carne è lo sfruttamento degli animali, c’è qualcosa che non va.

Invece di non mangiare la carne uno potrebbe invece smettere di indossare magliette made in Vietnam, Birmania e compagnia bella. Se il vegetarianismo fa capo ad una filosofia più ampia di rispetto di se e del prossimo soprattutto se più debole, non posso mangiare l’insalata e poi sostenere con i miei acquisti politiche economiche che si fondano sullo sfruttamento dei popoli più poveri. Credo che si debba partire da questo, che ne so, definire una specie di “vegetarianismo economico”: non compro (mangio) la roba made in China (carne) perché sono contro lo sfruttamento deliberato degli uomini (animali).

Bon Appétit