Tramite la mia prima figuraccia Andrea sapeva che la porta del bagno non si chiude. Il giorno dopo l’ho filmato nudo sotto la doccia perché mi stavo annoiando (il video sarà presto su youtube o youporn, devo ancora decidere). Quando è uscito ha visto quelle che per lui erano le mie ciabatte dalla porta di uno dei gabinetti. Non vedendo i piedi, pensava che dentro c’ero io seduto alla turca e ha cercato di aprire la porta, solo che dentro non c’ero io ma un disgraziato, che per fortuna la stava mantenendo, che ha cominciato ad urlare – NO! NOOO! – mentre Andrea tirava sempre di più… poi capisce che non sono io e, ovviamente, scappa.

Dopo aver visto le cascate di Iguaçú siamo andati all’aeroporto solo per scoprire che il volo era stato annullato e ci siamo fatti 20 ore di autobus (passando per altro attraverso i magnifici paesaggi del Paraguay) fino a Buenos Aires.

Camera in un ostello nel (bel) quartiere di San Telmo, in un posto che sembra un po’ l’accampamento dei bimbi sperduti di Peter Pan e un po’ la casa di Michele e Nino a Milano (che poi è la stessa cosa).

Il mercato coperto di San Telmo

Vediamo La Boca (tristissima), il Microcentro (anonimo) e oggi il simpatico mercato di San Telmo che abbiamo percorso in lungo e in largo tra musicisti, ballerini, artigiani e fancazzisti.

Il 5, dato che sicuramente ci cancelleranno anche il prossimo volo, andremo a Salta in autobus, per morire di freddo tra le montagne (sempre che non moriamo qui… mado’!).
Non ho un ritmo regolare per scrivere un post per tappa a quanto pare…

PAROLA DEL GIORNO (br): Gorjeta (mancia)

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