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Rio è la Napoli del Sud America. Bella, ma incasinata, sporca, ma affascinante.
È
da un po’ di tempo che non viaggio e questo mi ha dato la possibilità di viverla meglio, con calma, e scoprire che il lato più bello della città e quello che ‘il turista’ non vedrà mai.

Che centra questo col Pão de Açúcar, che è il luogo più turistico di Rio?
Beh, il cucuzzolo di questa collina a forma di enorme supposta è tappa obbligatoria per tutti i gringos che vengono in città. Anch’io ci son salito su oggi ma non guardavo la città come la guardavano gli altri.. guardavo verso Botafogo e immaginavo i kombi che sul lungomare raggiungono almeno gli ottanta all’ora e gli adesivi “deus proteja este kombi” (“Dio protegga questo pulmino abusivo”) attaccati un po’ dappertutto (al posto degli airbag).

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Più a sinistra il centro, pieno di barzinhos sporchissimi, i muri piastrellati con fantasie che puoi vedere solo a casa della nonna, saracinesche, mosche e ventilatori di plastica un po’ dappertutto (AMO fare colazione in questi posti!).

Dall’altro lato,sulla destra, a ridosso della collina di Leme, le due favelas sempre in guerra di Babilonia e Chapel da Mangueira, e più in lontananza la spiaggia di Ipanema, con le vecchie snob che passano in rassegna le vetrine dei negozi dribblando il poveraccio che dorme in mezzo al marciapiede fingendo che non esista.

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Rio è poliedrica, con tante realtà diverse che si fondono insieme. La cosa che mi piace di più è che, anche se ci prova, non riesce a nascondere la sua povertà, che affiora in ogni contrasto con le zone più ricche mostrandone l’ipocrisia, è una città che non può fare a meno di essere sincera suo malgrado… non tutto è fotografabile (ma io ci sto ancora provando).

PAROLA DEL GIORNO: sm sincretismo (sincretismo)

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